La Storia

Le prime notizie di un insediamento monastico in quello che sarebbe stato chiamato “Il Bosco di S. Stefano” risalgono all’XI secolo: l’insediamento comprendeva una chiesa (denominata “Chiesa di S. Stefano del Bosco”) e un priorato in cui vivevano alcuni monaci alle dipendenze dell’abbazia benedettina di S. Bartolomeo di Azzano, in provincia di Asti. Nel XV secolo, il complesso passò ai monaci Agostiniani di Mondovì, che ne conservarono la proprietà sino all’invasione napoleonica, quando l’edificio, ormai da tempo destinato definitivamente a uso agricolo, venne espropriato.

Con la caduta del dominio napoleonico, la cascina passò in proprietà alla famiglia Clarotti, originaria di Torre Mondovì, e tra la fine del XIX e i primi anni del XX secolo l’ultimo discendente della famiglia, morto senza lasciare eredi, ne fece dono all’Istituto Cottolengo: negli anni 20 del ‘900 Melchiorre Cuniberti, proprietario insieme al fratello della storica fornace di laterizi che sorgeva in prossimità del Santuario di Vicoforte, la acquistò per farne dono alla moglie (che era nata in una cascina contigua), e da allora per circa un secolo la cascina è rimasta di proprietà della famiglia Cuniberti.

L’edificio è stato oggetto, nei secoli, di profondi e ripetuti rimaneggiamenti, ma conserva ancora oggi alcune significative testimonianze della sua origine medievale: tra queste, alcuni frammenti di affreschi sulla facciata e nella antica chiesa, oggi sconsacrata, dove sono presenti anche due capitelli romanici, e le finestre ogivali originali dell’abside, oltre, ovviamente, a una parte significativa delle murature.

L’intervento più significativo è stato probabilmente quello compiuto tra settecento e ottocento, quando la volta originaria della antica chiesa, probabilmente già crollata o comunque pericolante, è stata rimossa e sostituita, e al di sopra sono state costruite le stanze padronali: in quella circostanza è stata realizzata la Cappella attualmente ancora consacrata, dove sono custoditi alcuni dipinti risalenti al XVII secolo.

L’edificio, che da oltre un secolo non subiva interventi di manutenzione, è attualmente in corso di restauro: i lavori termineranno alla fine del 2023. Una volta ultimati i lavori, saranno disponibili tre ampie unità da adibire a bed & breakfast, per soggiorni brevi o anche di media durata; la struttura potrà anche essere messa a disposizione per piccoli eventi (feste, esposizioni, degustazioni, attività didattiche).